Per 15 intensissimi giorni, Facebook attraverso la campagna #bastatacere ha finalmente dato voce alle Donne.
Una Voce scomoda, dai toni spesso duri e cruenti, che trasudava rabbia, rancore, dolore. Quel dolore delle Madri che si sono viste strappare via la gioia che normalmente dovrebbe accompagnare una Nascita, per imposizioni e pratiche mediche scorrette, forzate e invasive e talvolta violente per la frequente carenza di umanità ed empatia da parte di chi dovrebbe essere preposto a facilitare ed accompagnare l’evento della nascita nel modo più rispettoso possibile.
#Bastatacere è una campagna social lanciata da alcune madri attiviste che attraverso una pagina Facebook hanno raccolto migliaia di testimonianze di donne sugli abusi, i maltrattamenti e la mancanza di rispetto durante la nascita dei propri figli, ma anche testimonianze di operatori sanitari che loro malgrado hanno dovuto assistere impotenti a tali episodi e partecipare loro malgrado in prima persona, per imposizioni superiori o per paura di ripercussioni se avessero trasgredito.
Raccontano queste donne coraggiose che hanno gestito e accolto tutte le testimonianze: “In 15 giorni la campagna #bastatacere ha avuto 21.621 like, ha coinvolto più di 700.000 utenti al giorno e ha avuto oltre 70.000 interazioni quotidiane. Ha raccolto oltre 1.136 testimonianze in formato foto-cartello e moltissime altre in formato testuale.”
La campagna si è conclusa il 19 aprile ed è collegata alla proposta di legge dell’onorevole Adriano Zaccagnini “Norme per la tutela dei diritti della partoriente e del neonato e per la promozione del parto fisiologico”, depositata l’11 marzo 2016. Una proposta che finalmente pone la Madre e il Bambino al centro e che introduce il reato di violenza ostetrica, attualmente non esistente in Italia, in seguito alla Dichiarazione OMS del 2014 sulla “prevenzione ed eliminazione dell’abuso e della mancanza di rispetto durante l’assistenza al parto presso le strutture ospedaliere”.
Da #bastatacere è nato OVO Italia, l’Osservatorio sulla Violenza Ostetrica in Italia (ovoitalia.wordpress.com), per la promozione dei diritti umani nella Nascita, rimediare ai danni da violenza ostetrica e continuare a dare voce alle Madri.
Perché è importante dare voce alle Donne in questo ambito?
Perché è arrivato il momento di dare una scossa a quella che viene solitamente considerata la “normalità” quando si parla di parto, a ciò che viene accettato e troppo spesso taciuto ma purtroppo subìto.
È arrivato il momento di distinguere ciò che è normale da ciò che viene fatto credere come tale. Un parto vaginale non è per forza un parto naturale. Le visite continue in travaglio, le posizioni obbligate, restare sole in una stanza coi dolori delle contrazioni, il monitoraggio continuo imposto per tutto il travaglio, l’ago nel braccio, il farmaco senza consenso, le dita in vagina durante le spinte espulsive, la manovra di Kristeller (le spinte sulla pancia), l’episiotomia senza consenso….non sono la normalità per quanto troppo spesso attuate senza motivazione e senza consenso!
È arrivato il momento di dire “Basta!” al “si fa così”, all’ “abbiamo sempre fatto così” o al “ti sto aiutando”.
Così come è arrivato il momento per dire “Basta!” a tutti quegli atteggiamenti paternalistici da parte del professionista che dall’alto della propria posizione si impone su colei che viene considerata una “paziente”, un caso o un numero di letto, se non un utero gravido dal quale estrarre un bambino nei tempi e nei modi più rapidi.
Una campagna così forte e dai toni così duri è esattamente quello che ci vuole per dare questa scossa.
E non è vero che rischia di generalizzare e penalizzare quelle realtà e quei professionisti che, giuro esistono, ogni giorno agiscono con amore e passione e rispetto nel bene di una donna e del suo bambino. Anzi! Permette alle Donne di rendersi conto realmente della differenza tra un’assistenza rispettosa ed una no, perciò non tema chi ha la coscienza pulita e sa di agire nel modo migliore avendo ben presente l’obiettivo e i veri protagonisti della Nascita.
Donne, Mamme… #bastatacere!
Emanuela Rocca, ostetrica