“Ciao mamme, sono incinta mi consigliate un bravo ginecologo?” Il gruppo facebook si scatena.
Lo stesso specialista viene recensito come “colui che ha salvato la zia della cugina da morte certa” così come “il peggior macellaio della città”.
Si scatenano vere e proprie discussioni in cui ci si trasforma in avvocati difensori o dell’accusa, e si prende sul personale il buon nome del proprio specialista del cuore come se si parlasse di un parente, lasciando colei che aveva posto la fatidica domanda nella confusione più totale.
Vediamo come scegliere la/il professionista dal cui farsi seguire durante i nove mesi attraverso i controlli di salute mensili e non solo….
Ginecologo/a o ostetrica/o?
Le linee Guida italiane per la Gravidanza Fisiologica ISS 2011 a pagina 40 indicano esplicitamente che la/il professionista competente per seguire la futura mamma quando tutto è nella norma è l’ostetrica/o, con l’ausilio del medico di base. Qualora qualche parametro si discostasse dalla fisiologia la figura di riferimento di cui richiedere l’intervento è il medico ginecologo.
Ciò si spiega molto semplicemente se pensiamo alla gravidanza come un evento normale previsto dalla natura tanto quanto digerire o evacuare o dormire e non a una malattia: il medico è lo specialista della malattia, l’ostetrica/o della fisiologia!
Da chi farsi consigliare nella scelta? Non sui gruppi facebook! L’ideale è il passaparola da parte di un’amica o di una parente di cui ci fidiamo, simile a noi per carattere, esigenze o vissuto, alla quale porre alcune domande tattiche per capire se quella/quel professionista può essere quella/o giusta/o. Inutile chiedere troppi pareri, creano più confusione e indecisione, fidiamoci!
Ma quali domande fare? Cosa prendere in considerazione?
– Dove riceve: uno studio medico, uno studio ostetrico, un centro polispecialistico…;
– La durata di ciascun incontro: sotto i 30 minuti a mio parere non c’è tempo a sufficienza per non tralasciare nessun aspetto. È importante infatti che nulla venga lasciato al caso e sentirsi importanti e curate come donne, con emozioni, pensieri, dubbi, domande prima che degli uteri in cui cresce e si sviluppano dei bambini, il tutto naturalmente senza trascurare gli aspetti più prettamente clinici!
– È solito/a eseguire la visita vaginale di routine? Le stesse Linee Guida ISS 2011 sconsigliano tale pratica in assenza di indicazioni cliniche che richiedano il controllo del collo dell’utero, poiché possibile veicolo di infezioni e causa di contrazioni per la stimolazione che inevitabilmente viene effettuata durante questo accertamento. In caso si sospetti una modifica del collo uterino è maggiormente consigliabile una cervicometria tramite sonda ecografica vaginale proprio per non andare a stimolare direttamente la cervice con le dita rischiando di provocare delle contrazioni uterine o il sanguinamento dei delicati capillari di questa zona.
– Quante ecografie effettua o consiglia di effettuare? Le Linee Guida ne consigliano solamente 3 quando la gravidanza è normale: una nel primo trimestre (possibilmente verso la 10° settimana visto che un recente studio ha ipotizzato possibili effetti indesiderati sullo sviluppo fetale nei casi in cui vengano effettuate ecografie in epoca più precoce e in eccesso), una a 20 settimane (quella più importante per valutare lo sviluppo fetale, poiché effettuata in un’epoca in cui si riesce a visualizzare e misurare ogni organo e parte anatomica al meglio) ed una a 32 settimane. Se una di queste ecografie evidenziasse uno o più parametri sospetti o che meritino approfondimenti, può essere utile effettuarne in aggiunta, ma nella normalità non ne servono altre.
– Quali esami ematochimici consiglia nella normalità? Il Decreto Legge 10.9.98-G.U. n.°245 del 20.10.98 indica quali siano gli esami consigliati e pertanto esenti dal pagamento del ticket nei vari periodi di gravidanza. Tutti gli esami non previsti dal decreto andrebbero prescritti solamente in seguito a precise indicazioni cliniche per approfondire dei parametri sospetti o non rassicuranti, quindi non nella normalità.
– È solito/a consigliare il consumo di integratori alimentari routinariamente? Ricordiamoci che una donna in salute che si alimenta regolarmente non può avere carenze minerali o vitaminiche che richiedano supplementazione se escludiamo il consumo di acido folico, l’unica sostanza che meriti allo stato attuale delle evidenze scientifiche un’integrazione a fronte della prevenzione dei difetti di chiusura del tubo neurale nel feto. Un caso a parte è rappresentato dalle mamme vegane, che necessitano di un’osservazione dei valori della vitamina B12 e di eventuale integrazione.
– Ci sono altre domande? Solitamente dedica del tempo all’ascolto e a rispondere a dubbi e domande? Fornisce spiegazioni circa ciò che prescrive? Motiva e consiglia o impone? Vi fa sentire protagoniste o spettatrici?
È aperta/o all’utilizzo delle medicine alternative, a quella allopatica e tradizionale?
È disponibile? È facilmente contattabile al bisogno, fornisce un contatto telefonico o solamente una mail? Risponde prontamente o bisogna passare tramite una segreteria? Quando la/o cercate avete la sensazione di “disturbare”, è sbrigativa/o oppure vi sentite accolte?
Se medico, è disponibile a venire in ospedale quando comincia il travaglio e durate il parto? Quale può essere il suo ruolo in quell’ambito? Nella fisiologia la gestione del travaglio e del parto infatti sono competenze ostetriche anche in ospedale, solitamente la figura medica interviene solamente quando c’è qualcosa che non va, quindi tutto sommato meglio non vederlo!
Qual è la sua parcella?
Ora mettete tutte le informazioni sui piatti della bilancia: solo così potrete effettuare una scelta ben ponderata e consapevole, quella che merita la vostra gravidanza in quanto percorso verso la Nascita, di un bimbo e di una mamma!
Buona scelta, e che sia da protagoniste!
Emanuela Rocca, ostetrica, autrice del libro “Travaglio e parto senza paura“