Oggi con facebook l’informazione è più immediata, le notizie quasi in tempo reale, il passaparola potentissimo.
Prima, se si volevano cercare articoli scientifici o comunque articoli informativi circa un determinato argomento, occorreva anzitutto avere consapevolezza di tale argomento, e ciò non è per nulla scontato!
Faccio un esempio: oggi si parla molto di cosleeping, ovvero di dormire coi propri bambini quando sono piccoli. Prima dei social poche mamme si ponevano il problema se fosse o meno utile o se vi fossero implicazioni diverse dalla mera comodità, riguardo ad esempio lo sviluppo emotivo del bambino o la qualità del suo sonno. C’era anzi un certo timore di viziarli e non riuscire più a farli dormire nel proprio letto.
Le mamme del 2016 si sentono legittimate a compiere tale scelta, o anche solamente a prenderla in considerazione, quindi conseguentemente ad informarsi sui benefici e tranquillizzarsi rispetto alla paura di viziarli, perché sui social, soprattutto tra mamme, se ne parla continuamente e basta postare un link ad un articolo che in pochi minuti un numero impressionante di esse può usufruirne. Ecco che l’informazione gira, è facilmente accessibile e di veloce consultazione. Se non ti sei mai posta un dubbio o una domanda, ecco che consultando facebook difficilmente resterai nella tua ignoranza (nel senso di ignorare, non sapere).
Se pensiamo al mondo della puericultura, ecco che sul social basta far parte di un gruppo di genitori che si apre tutto un mondo: allattamento, si, no, a oltranza? Svezzamento tradizionale, autosvezzamento o svezzamento vegano? Cosleeping, sidebed o cameretta? Pannolino usa e getta, pannolino lavabile o Elimination Comunication? Trio, passeggino ultraleggero, marsupio o fascia? Asilo nido, tata, nonni, Tagesmtter, asilo nel bosco o Homescholing? Montessori o Steiner?
Spesso addirittura c’è un gruppo facebook per ciascun argomento sopraccitato, spesso due gruppi su argomenti simili sono gemellati, altri gruppi invece sono aperti a tutti gli argomenti. Gruppi aperti, gruppi chiusi e addirittura gruppi segreti. Solitamente non sono amministrati e moderati da esperti del settore, ma autogestiti dai genitori stessi.
Se i benefici sono di poter accedere velocemente a moltissime informazioni fino a quel momento sconosciute, ignorate o sottovalutate, e di potersi confrontare con altri genitori, quali sono i rischi?
Senza una moderazione un minimo esperta del settore, ad esempio, chi ci assicura che gli articoli postati abbiano una base scientifica e non siano il frutto dell’entusiasmo di un genitore che per il SUO bambino e in QUELLA specifica situazione si sia trovato bene ad applicare una determinata scelta?
Quindi ottima l’informazione, ma solo quando è corretta, obiettiva e almeno minimamente supportata da prove scientifiche. Ma non basta! Senza tale moderazione chiunque può farsi paladino della propria causa e dalla semplice condivisione di un’esperienza personale al puntare il dito contro chi la pensa diversamente il passo è breve.
Il confronto di persona è ben diverso da quello filtrato da uno schermo e da una testiera! Tra genitori nel rapporto vis-a-vis, più difficilmente si punta il dito o si sfocia nel giudizio, difficilmente si alzano i toni. Più facilmente scatta l’empatia, ovvero l’immedesimazione nell’altro, il dialogo è più aperto, si moderano i toni della voce, si usa la mimica facciale, l’ascolto è più spontaneo, ci si atteggia molto meno a professori tuttologi, meccanismo molto più facile quando si è “protetti” dal filtro dello schermo!
Prima di scrivere bisognerebbe sempre riflettere rispetto al potenziale pubblico a cui ci si rivolge e immedesimarsi in esso. Perché a nessuno piace vedersi puntare il dito contro o sentirsi giudicato!
Il periodo dopo il parto, in particolar modo, è molto delicato, perché una madre è più stanca, più sensibile e anche più fragile, è in un continuo mettersi in discussione, un continuo rivedere le proprie aspettative su di se col costante confronto con ciò che (pensa) il mondo si aspetti da lei! In tale situazione emotiva quel meccanismo social schermo-filtrato è veramente un’arma molto rischiosa e le altre madri, anziché comprendere o immedesimarsi o ricordarsi di esserci passate a propria volta, spesso diventano spietate scatenando discussioni dai toni piuttosto accesi che metterebbero in crisi chiunque.
Mamme, rispettatevi tra voi, immedesimatevi nelle persone a cui vi rivolgete, prima di scrivere fate sempre un bel respiro profondo e fate finta di avere di fronte una persona anziché un nome su una schermata. Una persona di cui non conoscete il vissuto, le emozioni e le difficoltà che ha attraversato. Rivolgetevi tra voi come vorreste che gli altri si rivolgessero a voi! Non sbaglierete!
Ostetrica Emanuela Rocca, autrice di “Travaglio e parto senza paura“